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QUANDO L’ANIMA CREDE CHE IO L’ABBIA ABBANDONATA È INVECE IL TEMPO IN CUI IO LE SONO PIU’ VICINO
QUANDO L'ANIMA CREDE CHE IO L'ABBIA ABBANDONATA È INVECE IL TEMPO IN CUI IO LE SONO PIU' VICINO
Dapprima dò alle mie vittime una grande gioia e molta calma spirituale; in tal modo lego fortemente a me il loro debole cuore. In seguito metto alla prova l’amore, sottraendo la gioia e dando luogo all’aridità dello spirito.
La vittima comincia a sentire tedio ed amarezza e non sa trovarne la causa; credendo di dare motivo a questo stato di cose, si affligge di più... Crede allora di essere lontana da me, che io l’abbia abbandonata, ed invece è proprio quello il tempo in cui le sono più vicino. In tale prova la vittima, stia tranquilla; se non sente gusto nella preghiera, anzi noia, preghi lo stesso; se avverte ripugnanza a compiere opere buone, le faccia ugualmente. Più ripugnanza ha a fare il bene, più mi piace la prova di amore.
Tale stato di agonia spirituale quante anime salva!... La luce che tolgo alla vittima, la dò ai peccatori; la freddezza dell’anima serve a riscaldare i cuori induriti. Un solo atto di amore, compiuto quando la vittima si sente sola, ripara moltissime ingratitudini di altre anime. Conviene dunque rinnovare, anzi moltiplicare gli atti e le proteste di amore. Il dire durante la prova dolorosa: "Gesù, si faccia la tua volontà!" — vale più di un lungo Rosario recitato con fervore.
(Gesù a don Giuseppe Tomaselli)